Ateromasia carotidea: significato, diagnosi e trattamento
- drabernardini
- 13 apr
- Tempo di lettura: 2 min
Cosa è l’ateromasia carotidea?
Per ateromasia carotidea si intende la presenza di placche ateromasiche a livello delle carotidi, i principali vasi sanguigni che portano sangue al cervello. Le placche ateromasiche sono “protuberanze” all’interno dei vasi arteriosi composte di materiale lipidico, cellule infiammatorie e tessuto fibroso.

Quali sono le implicazioni cliniche?
L’ateromasia carotidea può essere asintomatica per anni, ma rappresenta un fattore di rischio significativo per eventi neurologici gravi e potenzialmente irreversibili, come:
Attacco ischemico transitorio (TIA): un "mini-ictus" con sintomi che si risolvono entro 24 ore.
Ictus ischemico: causato da un’interruzione duratura del flusso sanguigno cerebrale, che può provocare danni neurologici permanenti.
La gravità clinica dipende da:
Il grado di stenosi (restringimento) del vaso.
La morfologia e la stabilità della placca.
La presenza di sintomi neurologici.
Come si diagnostica l’ateromasia carotidea?
La diagnosi si basa su esami strumentali non invasivi, mirati a valutare la presenza, l’entità e le caratteristiche delle placche aterosclerotiche. I principali sono:
EcoColorDoppler dei tronchi sovra-aortici (TSA): esame di prima scelta, valuta il flusso sanguigno e identifica placche e stenosi.
Angio-TC o Angio-RM: utili in casi più complessi o in previsione di interventi chirurgici, per una visualizzazione più dettagliata dell’anatomia vascolare.
Qual è la terapia?
Il trattamento dell’ateromasia carotidea si basa su strategie combinate, volte a ridurre il rischio cardiovascolare e prevenire eventi ischemici:
1. Modifiche dello stile di vita
Alimentazione equilibrata (povera di grassi saturi e ricca di fibre).
Attività fisica regolare.
Smettere di fumare.
Controllo del peso corporeo.
2. Terapia farmacologica
Statine per ridurre i livelli di colesterolo LDL.
Antiaggreganti piastrinici (es. aspirina) per prevenire la formazione di trombi.
Antipertensivi e ipoglicemizzanti, se indicati, per gestire ipertensione e diabete.
3. Trattamento interventistico
Indicato nei pazienti con stenosi severa (≥70%) e/o sintomatici:
Endoarterectomia carotidea: rimozione chirurgica della placca.
Stenting carotideo: inserimento di una protesi vascolare per mantenere aperta l’arteria.
La scelta tra chirurgia e stenting dipende da vari fattori, tra cui l’anatomia del paziente, il rischio operatorio e l’esperienza del centro.
In conclusione
L’ateromasia carotidea è una condizione silenziosa ma potenzialmente pericolosa. Una diagnosi precoce, attraverso controlli mirati, e una gestione personalizzata sono fondamentali per prevenire complicanze gravi come l’ictus. Se hai fattori di rischio cardiovascolare o sintomi sospetti, parlane con il tuo Cardiologo: la prevenzione è il miglior trattamento.
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