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Cardiopalmo occasionale: cosa può nascondere

Aggiornamento: 11 lug 2022

Una paziente di 55 anni lamentava episodi di cardiopalmo (sensazione di battito accelerato fino a 180 battiti per minuto) non correlati agli sforzi, ad insorgenza e cessazione repentina. Tale sensazione era presente fin dalla giovane età e dunque non aveva mai destato molte attenzioni, anche perchè la paziente non aveva mai manifestato altre sintomatologie cardiologiche.

Alla luce della sintomatologia dirimente per una aritmia cardiaca, la paziente è stata sottoposta a studio elettrofisiologico (SEF) presso l'Ospedale di Santa Maria Nuova (Firenze)


Al SEF, tramite l'inserzione di cateteri intracardiaci, e protocolli di stimolazione elettrica, è stata slatentizzata una tachicardia parossistica sopraventricolare (TPSV), in particolare una tachicardia da rientro nodale slow-fast (TRN).

Nel video si vede come sia stata creata una mappa elettroanatomica dell'atrio destro della paziente e l'aritmia sia stata trattata tramite ablazione transcatetere a radiofrequenza (pallino rosso) a livello del circuito di rientro dell'aritmia, localizzato a livello del setto interventricolare, vicino al nodo atrioventricolare (pallini gialli). Dopo una singola erogazione di 41 secondi di energia tramite la punta del catetere ablatore, si è ottenuta una completa rimozione della porzione di circuito elettrico responsabile dell'aritmia, che non era più inducibile ai protocolli di stimolazione elettrica. La paziente è stata dimessa dall'ospedale il giorno seguente e a sei mesi di distanza, la paziente non riferisce più sensazione di cardiopalmo.



Cerchiamo di saperne un po'di più sulla Tachicardia da Rientro Nodale


La Tachicardia da Rientro Nodale (TRN) è una patologia appartenente alla famiglia delle tachiaritmie, si tratta della più comune tachicardia sopraventricolare (TPSV). Questa patologia rappresenta il 60% di tutte le tachicardie sopraventricolari e viene riscontrata prevalentemente nel sesso femminile e nei giovani adulti. Gli episodi di TRN sono percepiti come episodi di battito cardiaco accelerato, molto rapido e regolare ad insorgenza e interruzione improvvisa. Gli episodi hanno una durata variabile da pochi secondi ad alcune ore e sono relativamente ben tollerati. Altri sintomi includono vertigini, sensazione di testa vuota, ansia, dolore toracico e affaticamento di respiro. Si può manifestare una perdita di coscienza nei casi in cui l'aritmia si presenti a una frequenza ventricolare molto elevata.

All'elettrocardiogramma si riscontra una tachicardia a complessi stretti, regolari, con onde P retrocondotte con intervallo RP lungo o corto in base al tipo di TRN.



In condizioni normali il battito cardiaco origina nel nodo seno atriale (situato nell'atrio destro), si propaga negli atrii ed infine raggiunge il nodo atrio-ventricolare, che è la sola via di comunicazione elettrica tra atri e ventricoli; da qui poi l'impulso passa al fascio di His e quindi ai ventricoli. Nei pazienti con tachicardia da rientro nodale, il nodo atrioventricolare presenta due vie di conduzione distinte: una a conduzione più rapida e l'altra a conduzione più lenta.

Gli episodi di tachicardia si scatenano quando, a seguito di una extrasistole, l'impulso percorre in senso anterogrado la via lenta e trova la via rapida capace di condurre l'impulso in senso inverso, retrogrado, innescando un "micro-corto circuito" all'interno del nodo atrioventricolare che provoca la contrazione contemporanea di atrio e ventricolo. Se immaginiamo il nodo atrioventricolare come una coppa rotatoria automobilistica, alcuni impulsi “autoveicoli”, invece che percorrere metà rotonda ed uscire alla prima uscita, iniziano a girare in tondo nella rotonda, creando così la tachicardia. Le tachicardie da rientro nodale si dividono in “slow-fast”, “fast-slow” o “slow-slow” in base alle caratteristiche conduttive delle vie nodali coinvolte; in ogni caso la sintomatologia per il paziente è sempre pressochè sovrapponibile in tutti e tre i casi.


Diagnosi e trattamento

L'elettrocardiogramma registrato durante l'episodio aritmico è diagnostico in quasi tutti i casi. Se l’aritmia è infrequente, può essere utile alla diagnosi la registrazione di un evento tramite ECG Holter, smartwatch o Loop Recorder. Tuttavia la diagnosi di certezza del meccanismo della tachicardia si ottiene con lo studio elettrofisiologico endocavitario.


In acuto, durante l’evento, come primo approccio vengono tentate in prima istanza manovre di stimolazione vagale: massaggio del seno carotideo, manovra di Valsalva per interrompere l’aritmia. Se tali manovre risultano inefficaci si utilizzano farmaci come l'adenosina per cardiovertire l’episodio

Una volta risolto l'episodio acuto la terapia attualmente riconosciuta come gold standard è lo studio elettrofisiologico con ablazione transcatetere (come nel video soprastante). Durante lo studio elettrofisiologico, una volta confermata la presenza di duplicità di via nodale (la ”coppa rotatoria”) e fatta diagnosi di tachicardia da rientro nodale, si procede all'ablazione del circuito di rientro tramite approccio su una delle due vie (la “lenta” tendenzialmente). In altre parole, si elimina tramite energia a radiofrequenza in una porzione della coppa rotatoria, in modo che gli impulsi-autoveicoli non possano fare altro che prendere la “prima uscita”, non ripercorrendo indietro il circuito


In conclusione, è bene rivolgersi al proprio Cardiologo Aritmologo di fiducia per indagare la causa di cardiopalmo e palpitazioni; alcune condizioni patologiche possono rimanere non diagnosticate a lungo, procrastinando così il trattamento definitivo che può porre fine a sintomatologie talvolta invalidanti.




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