La sintomatologia correlata all’insorgenza di fibrillazione atriale (FA) può essere molto variabile da paziente a paziente:
In alcuni pazienti essa decorre in maniera asintomatica, in altre parole la scoperta dell’aritmia risulta essere casuale. Questa situazione può risultare in una diagnosi ritardata con quadri talvolta di malattia avanzata e cronicizzata
In buona parte dei casi l’insorgenza della fibrillazione atriale risulta essere ad alta frequenza ed associata quindi a sensazione di tachicardia, cardiopalmo (aumentata percezione del battito cardiaco), sensazione di battito irregolare, vertigini, dolore toracico o raramente perdita di coscienza.
In altri casi la sintomatologia risultare più sfumata, soprattutto nei casi di aritmia cronicizzata, con manifestazioni quali di mancanza di fiato (dispnea) e debolezza (astenia).
Le complicanze associate all'insorgenza della fibrillazione atriale
La diagnosi ed il trattamento precoce della fibrillazione atriale risultano essere importanti in quanto l’aritmia risulta innanzitutto in una diminuzione della qualità della vita associata alla sintomatologia ed agli eventuali accessi in Pronto Soccorso per la cardioversione ma anche per una maggiore incidenza di complicanze tromboemboliche e di insufficienza cardiaca. Infatti, l’inefficiente contrattilità delle camere atriali, favorisce la formazione di coaguli ematici (definiti anche “trombi”) i quali poi possono distaccarsi dall’atrio (“embolizzare”), causando ischemie periferiche a livello encefalico (ictus), a livello cardiaco (infarto miocardico) o a livello periferico (ischemia di arti superiori o inferiori, di organi interni). Talvolta la continua micro-embolizzazione può causare nel tempo un aumentato rischio di declino delle capacità cognitive e demenza. Come vedremo nel prossimo post che tratterà gli aspetti terapeutici, è fondamentale per i pazienti affetti da fibrillazione atriale assumere una terapia anticoagulante, che eviti la formazione e disseminazione dei trombi ematici.
La contrazione irregolare e rapida delle camere cardiache determina una continua variabilità del volume di sangue espulso ad ogni contrazione ventricolare. Questo fenomeno nel lungo periodo può portare ad un “affaticamento” del cuore (insufficienza cardiaca) che si manifesta con una riduzione della capacità di espellere il sangue nei vasi arteriosi e in un rimodellamento cardiaco (dilatazione dei ventricoli e/o degli atri).
Nei prossimi post approfondiremo insieme:
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